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Carminati
ZelbioCult 2024
17 Agosto 2024
L’insostenibile leggerezza del marmo

Bernini, genio barocco
Lectio con proiezioni.

Marco Francesco Carminati (1961), giornalista, ha lavorato all’inserto culturale “Domenica” de “Il Sole 24 Ore”, e caporedattore responsabile dal 2020 al 2023. Laureato in storia dell’arte medievale e moderna con all’Università Cattolica di Milano, ha condotto su Radio 24 la trasmissione i “Luoghi d’arte”, dedicata alla scoperta delle meraviglie artistiche dell’Italia. Sul fronte della ricerca, ha approfondito la storia della pittura e della miniatura del Rinascimento, e ha al suo attivo alcune pubblicazioni in materia, dedicate a “Piero della Francesca” (Electa), alla “Gioconda di Leonardo da Vinci” (Silvana Editoriale), al pittore “Cesare da Sesto, 1477-1523” (Jandi Sapi), e al miniatore “Maestro BF” (Edizione Cardano). Numerose le pubblicazioni inerenti al mondo dell’arte. Nel 2007 ha vinto la prima edizione del Premio Viareggio per il Giornalismo (2007) per l’articolo nel quale si annunciava il ritrovamento a Milano dell’atto di battesimo di Caravaggio. Nel 2011 ha vinto il Premio Pasquale Rotondi (sezione comunicazione) conferito a chi si è distinto nella difesa e promozione del patrimonio artistico nazionale. Dal 1999 collabora attivamente alle iniziative didattiche del FAI, Fondo per l’ambiente Italiano, dagli Amici di Brera e degli Amici del Museo Poldi Pezzoli. È anche impegnato – attraverso pubblicazioni, app e apparati didattici – nella promozione artistica e storica delle Isole Borromee sul lago Maggiore, con particolare attenzione agli edifici storici e alle collezioni d’arte (“Palazzo Borromeo. Uno scrigno d’arte sull’Isola Bella” con Stefano Zuffi, Electa). Nel 2018 è stato nominato Accademico Onorario dell’Accademia di Belle Arti di Perugia e da qualche anno partecipa agli incontri d’arte organizzati nell’ambito della Sagra Musicale Umbra. Dal 2023 è Vicepresidente dell’Associazione degli Amici di Brera.

Lo chiamavano “padrone del mondo”, e se gli chiedevano di realizzare qualche opera d’arte lui rispondeva: “Non Parlatemi di nulla che sia piccolo!”. Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) è stato forse il più grande, geniale e poliedrico artista del Barocco italiano. Ha lavorato al servizio di sette Papi e per il re di Francia e soprattutto non ha conosciuto limiti alle sue competenze: è stato architetto, scultore, pittore e urbanista, ma anche scenografo, commediografo e costumista. Tra le sue mani il marmo è parso piegarsi come bianca cera, trasformandosi in sculture celeberrime come l’”Apollo e Dafne” dalla Galleria Borghese, dove i protagonisti di gruppo scultoreo sembrano letteralmente sollevarsi da terra.